Genova

Portofino, Villa Altachiara parlerà russo

La villa dove fu trovata morta la contessa Vacca Agusta acquistata per 25 milioni di euro dal magnate Eduard Khudaynatov

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Venduta, all’asta, per oltre 25 milioni di euro. Villa Altachiara a Portofino chiude i conti con la lunga, travagliata, storia di chi l’ha abitata. Una storia dove amore, morte, denaro e superstizione, si incrociano. Dopo anni di abbandono e molti tentativi andati a vuoto, ieri il primo passo concreto, in Tribunale.  L’ha acquistata una società di Cipro, la Miasdor Investments Ldt, che fa capo a una magnate russo. E’ Eduard Khudaynatov, amministratore delegato della società “Rosneft”, la più grande azienda petrolifera russa e mondiale. La vendita, è  diventata ufficiale alle 13 e 30, quando il Tribunale ha aperto la busta con l’offerta della società cipriota: 25 milioni di euro, e sei assegni, per un totale di 2 milioni e 750 mila euro, più altri 250 mila euro come fondo spese. Il resto sarà versato entro sessanta giorni. Per poi avere il via libera dall’Agenzia delle entrate e poter incominciare i lavori di ristrutturazione. Che sono tanti e costosi.
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Ma non è un problema per uno come il petroliere russo che, sia pure, attraverso una società di Cipro, è il primo prendere casa a Portofino. Il borgo,  finora, aveva resistito a  ogni lusinga miliardaria del genere, pur di non allargare la cerchia dei suoi, naturalmente quasi altrettanto ricchi, aficionados. Ma qui di mezzo c’è una villa splendida, arroccata a mezza costa sul borgo, una villa  che spazia per 900 metri , e è circondata da un paco di 13.000 metri, attrezzato con un eliporto, fatto costruire dal conte  Agusta anche per favorire le visite del suo amico Bettino Craxi. Dicono i (rari) sussurri della piazzetta,  che Eduard Khudaynatov si sia davvero invaghito di tanta sontuosa bellezza, fino a volerla comperare.
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Forse ignora, forse disdegna, la fama di Villa Altachiara, costruita su racconti che si perdono nei secoli, su superstizioni. Su tragedie. Perché Villa Altachiara è la villa della bellezza e della maledizione. Di “amore e morte”, di storie che si susseguono, anche nei rituali, protagonista dopo protagonista. L’ultima è stata lei, Francesca Vacca Agusta,  moglie  e poi vedova del conte Corrado (elicotteri). Lui rimase affascinato dalla sua bellezza sfolgorante, che solo gli anni e molti interventi chirurgici, avevano stravolto.  “Villa Altachiara”,  a picco sopra il mare magico di Portofino era la sua casa. Da lì si è uccisa in una  notte d’inverno, la notte dell’8 gennaio del 2001. Disperata e depressa, la contessa è uscita, è scivolata sulle rocce rese scivolose dalla pioggia , è  rotolata giù, lungo il suo dirupo personale, proprio a davanti all’ingresso principale, è finita in mare. L’hanno ritrovata, dopo quasi un mese, in Francia. Ma  anche chi l’aveva fatta costruire , l’egittologo lord Carnavon, scopritore, tra l’altro, della tomba di Tutankhamon, era stato colpito dalla maledizione: una sua giovanissima nipote era scivolata nel buio della sera lungo una scala che collegava la villa ai dintorni. Non si era curato di queste leggenda il conte Agusta, neppure Francesca. Figurarsi un magnate del calibro di Eduard Khudaynatov.